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sabato 3 settembre 2016

La storia / capitolo 7

Si alzarono tutti e due, lei soccorsa subito da una signora, Jhon invece si alzò da solo, ferito più nell'anima che nel corpo.
La signora prese la ragazza con se e la portò a una fontanella li vicino per poterle bagnare la ferita. Molto lieve per fortuna.
Jhon era paralizzato dall'imbarazzo. Qualche passante si era fermato a vedere la scena. Qualcuno rideva, altri invece erano disgustati.
Jhon vide che la ragazza ringraziava la signora che la aveva soccorsa. Una signora anziana, molto gentile che faceva ogni azione con un sorriso sul viso. Sicuramente la sua generazione ne deve aver viste di peggio di situazioni. Una semplice ferita sul labbro non è niente.

La ragazza si sedette sulla panchina a fianco della fontanella, con un fazzoletto premuto sul labbro, mentre salutava e ringraziava la signora anziana, che sorridendo si allontanò.

Jhon doveva andare da lei, anche solo per chiederle scusa. Cominciò a fare qualche passo in direzione di lei, per poi bloccarsi allo sguardo della ragazza, che con quegli occhi stava dicendo " non ti avvicinare, sono arrabbiata".
Jhon era  a distanza di un paio di metri, e da li, guardandola, le disse " scusa, non volevo, non l'ho fatto apposta". Il cuore li batteva a mille.
La ragazza lo guardò, socchiuse gli occhi e disse " come?". Accidenti, non aveva sentito. Allora Jhon si avvicinò ancora di un metro e ripetè la frase:" scusa non volevo... non l'ho fatto apposta".
La ragazza si tolse il fazzoletto dal labbro, lo guardò in cagnesco. Jhon era paralizzato. Poi a un certo punto lei gli disse: " vabbè succede" e ritornò a tamponarsi il labbro guardando per terra, quasi come se fosse in trans.
Jhon a questo punto decise di fare una cosa che mai si sarebbe sognato di fare in vita sua. Prese coraggio, come un cavaliere prima della carica contro il nemico. Sollevò la mano del fianco, la porse verso di lei e disse:" comunque...piacere, mi chiamo Jhon". Il cuore batteva così forte che sembrava ci fosse un concerto di tamburi nella sua cassa toracica.
La ragazza lo guardava stranita. guardò con attenzione la mano, poi lui.
Anche lei porse la mano: " piacere, Ginette. E' francese. Ma non sono francese".
"Ginette..... che bel nome." Pensò Jhon


CAPITOLO 6

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