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domenica 6 novembre 2016

For You

Questo post fa parte della rubrica Video Music Trash, ovvero un viaggio attraverso i peggiori video musicali nella storia della musica.

3° PUNTATA


Con questa terza puntata entriamo sempre più nel vivo attraverso i video musicali realizzati per la tecnica Scopitone, o meglio conosciuto come video juke box, nelle prime due puntate abbiamo ingranato un poco, ma finalmente abbiamo un video molto degno per questa rubrica, e per questa puntata mi permetterò più libertà essendo una rubrica che guarda al Trash, ma ovviamente non ne fa veramente parte!
Il brano di oggi non è molto celebre, non è uno di quelli che si fa ricordare, appartiene agli anni 60 con il suo tipico pop/rockabilly, è un duetto realizzato dalla cantante Roberta Linn con Freddie Bell fattosi conoscere negli anni 50 con la band che porta il nome di “Freddie Bell and the Bellboys”, in breve concludiamo subito che questo brano non è stato scelto per la sua peculiarità musicale, non che sia un brutto ma è un brano standard dell’epoca, quello per cui è stato scelto è ovviamente il suo video.


Questa volta ci troviamo nel lontano Far Far West, quello di John Ford e del suo John Wayne, o se meglio preferite quello di Sergio Leone e del suo Clint Eastwood, ecco lo avete immaginato? Bene, dimenticate tutto, qui ci troviamo nel Far West Cliché, girato con molta probabilità in un set già utilizzato centinaia, ma centinaia di volte nei film dell’epoca d’ora del cinema Far West, qui troviamo subito un indiana a cavallo, tre ragazze che muovono le mani, alla loro vista l’indiana a cavallo anche lei accenna a ballare in maniera impacciata, l’immagine ritorna sull'esterna del saloon, con tutte le ragazze impegnate a ballare davanti, e dal saloon ecco spuntare con tutta la sua grinta il John Wayne musicale: Freddie Bell seguito da Roberta Linn e il duetto può iniziare.


Fino a qui non c’è nulla che non va, è un semplice video musicale, uno dei tanti, ma quello che colpisce veramente di questo video è il ballo femminile, ovvero mai come in questo video possiamo vedere il vero motivo per cui questi video vennero realizzate a centinaia nel periodo d’oro dello Scopitone, in un epoca di grandi cambiamenti gli anni 60 hanno donato all'occidente la rivoluzione sessuale, negli anni 60 schiere di ragazzi videro quello che i loro padri hanno visto sui giornaletti, le donne a ballare, sembra banale, quanto stupido, perché le donne hanno sempre ballato, ma il ballo di questi video ha una componente importante la sensualità, è un ballo che non ha nulla a che vedere con il ballare, basta vedere la goffaggine nel muoversi di queste ragazze, sono messe lì solamente da fare da attrazione per il video, e ballano in una maniera talmente sconquassata ed imbarazzante ma muovono il loro corpo da farsi notare meglio dei protagonisti.


Perciò quello che noi ora vediamo è un continuo ed inutile movimento del busto di queste ragazze,  se noi conosciamo il twerking (Il ballo principalmente femminile atto al movimento del fondo schiena, cosa molto eccitante per il maschio), questa è invece la versione superiore del twerking, e finalmente un ragazzo dell’epoca poteva vedere… 

LE TETTE CHE BALLANO!!!


...E ANCORA TETTE CHE BALLANO...

...E ANCORA ALTRE TETTE CHE BALLANO...



...ED INFINE


Per concludere possiamo dire che la maggior parte dei video che tutt'oggi vengono realizzati e che noi vediamo, chi più chi meno chi niente, sono basati sull'esposizione del corpo femminile, l’argomento è negli ultimi anni molto discusso, in un periodo storico in cui la parità di genere sembra essere raggiunta ma fra uomo e donna vi sono varie diseguaglianze, ma come consiglio questo video è da vedere con gli occhi dell’epoca, dato che stiamo parlando di un periodo, gli anni 60, in cui la donna occidentale tentava di guadagnarsi la libertà e la parità che meritava e il corpo femminile divenne un fronte di questa battaglia, dopo che per molti secoli era stata costretta dall'uomo a coprirlo, ma ora finalmente poteva liberarlo, anche dai preconcetti della società e mostrarlo, oltre a prendersi la libertà di ballare liberamente.  Per il resto il video risulta essere comunque brutto…



SCHEDA TECNICA:
TITOLOFor You
ARTISTARoberta Linn & Freddie Bell
ANNO1964
GENERE MUSICALE: Pop/Rockabilly
GENEREScopitone
MOTIVAZIONEAnacronistico
NOTEUfficiale, Colore, 2:52

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     Si J’Avais un Marteau

sabato 15 ottobre 2016

Si J’Avais un Marteau

Questo post fa parte della rubrica Video Music Trash, ovvero un viaggio attraverso i peggiori video musicali nella storia della musica.

2° PUNTATA


Oggi trattiamo un argomento triste, cosa può accomunare il lavoro minorile e delle persone di colore, in questo caso qualcuno dovrebbe darci una spiegazione o forse è troppo tardi, stiamo parlando dei Les Surfs, ai più non dicono nulla, ma in Italia sono stati più celebri dello sconosciuto Bobby Vee (Protagonista della primissima puntata), sono stati la risposta “europea” ai Jackson 5 ed hanno avuto un periodo di  successo nel corso degli anni 60.


I Les Surfs era una band vocale composta da bambini, tutti 6 fratelli della famiglia Rabaraona di origini malgascie, ovvero il Madagascar, ex colonia che nel 1960 ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia; I 6 sono Coco, Pat, Rocky, Dave, Monique e Nicole, le due ragazze sono le voci soliste, la band inizia a partecipare in Francia a vari concorsi, presentando brani dei “The Platters” a cui musicalmente sono più affini, il successo arriva nel 1963 quando arriva il primo contratto importante, questi ragazzini ottengono un grande successo soprattutto per via della lingua in Francia, ma sono conosciuti anche da noi in Italia, dove nel corso degli anni 60, partecipando a 3 edizioni consecutive del Festival di Sanremo, nel 1965, 66 e 67 dove con “Quando Dico che Ti Amo” in coppia con Annarita Spinaci si classificano al 2° posto. Nel corso del decennio si fanno conoscere in tutto il mondo, interpretato numerose cover in diverse lingue, sono conosciuti in Germania, Francia e America.


Nel 1971 quando la popolarità scende e la moda del Ye-Ye termina la band si scioglie, ed i vari membri si perdono per il mondo, alcuni di loro emigreranno in America, soprattutto Canada dove prenderanno strade diverse, tutt’ora le due soliste e principali cantanti del gruppo, Monique e Nicole sono morte lasciando gli altri 4 membri, di cui uno solo a “resuscitato” il gruppo con il nome di “Les Surfs 2008” ma solo per una tour in Francia nel 2008.


Se il titolo della rubrica può farvi trarre in inganno, parliamo di una bella canzone, perché in questa rubrica non trattiamo come fattore principale una brutta canzone, anzi tutt’altro, e questo è uno di questi casi in cui il video non va al pari passo con una canzone, difatti “Si J’Avais un Marteau” è una cover della più famosa “If I Had a Hammer” che ha una storia molto curiosa.
E’ un brano del cantautore folk americano Peter Seeger che la compone nel 1949, ma la depositerà con copyright solo nel 1958, nonostante sia così “vecchia” trova nuova linfa con molte cover nel corso dei decenni successivi, data la versatilità può essere suonata a ritmo del Surf Rock (In voga negli anni 60, stile Beach Boys) o come Country Rock, ed è anche per questo motivo che diviene una delle prime canzoni di protesta e di contestazione della discriminazione razziale negli anni 60 in Usa, raggiungendo l’apice con l’esecuzione durante la marcia pacifica a Washington D.C. nel 1963 la stessa in cui Martin Luther King pronunciò il suo discorso più famoso: “I Have a Dream”.
Di questo brano che è divenuto uno dei singoli più venduti al mondo, non si contano le cover e le versioni, in ogni salsa e genere musicale, in Italia è stata proposta con grande successo da Rita Pavone con il titolo di… Provate ad indovinare?... Ma sì che la conoscete… “Datemi un Martello”, da aggiungere che nelle varie nazioni e traduzioni il brano, in cui il protagonista si chiede cosa farebbe se avesse un martello fra le mani, si viene a perdere gran parte della forza del brano divenendo semplicemente un buon brano pop.


Ed ora parliamo del video, preciso subito col dire che il video non è brutto, non è trash, magari a prima vista può non avere niente da dire, un semplice video anni 60, ma perché farlo entrare in una rubrica per video trash? Perché questo video subisce quello che semplicemente è anacronistico (Il termine viene usato anche per indicare fatti o realtà che, pur collocati in un certo contesto cronologico, appaiono superati poiché ormai considerati retaggio, appunto anacronistico, di un'epoca passata), il video non regge al passare del tempo, non per la qualità video (Che è quella che uccide molti video se non anche film), ma per la qualità descrittiva del video, che mostra in maniera molto ingenua dei ragazzi di colore costruire una casa, sì in maniera semplice ed ingenua, ma è proprio questo che rende il video alquanto strano, quasi fosse un vecchio documentario RAI sulla condizione del lavoro minorile, che all'epoca da noi è sempre stato molto diffuso.


Ed ora come ora rende tutto molto triste vedere questi ragazzi sorridenti in mezzo ad un cantiere, che normalmente al giorno d’oggi ospita magari immigrati ma soprattutto i nostri amati Magùtt! (Muratore bergamasco, molto conosciuto nel nord d’Italia), ma i ragazzi non ne hanno colpa e magari neanche il regista (Se c’è), ma dico io, già si distrugge una canzone di protesta, inoltre si fa un video che sembra un documentario sul lavoro minorile, non si poteva trovare altro contesto?

"Questo è il coraggio del martello
È la campana della libertà
Ma la canzone è per mio padre
Mia madre, i miei fratelli e sorelle"



SCHEDA TECNICA:
TITOLO: Si J’Avais un Marteau
ARTISTA: Les Surfs
ANNO: 1963
GENERE MUSICALE: Pop, Ye-Ye
GENERE: Scopitone
MOTIVAZIONE: Anacronistico
NOTE: Ufficiale, Colore, 2:56

BONUS:
Non potevamo non farvi ascoltare, quella che secondo noi è il capolavoro, la versione italiana, cantata da Rita Pavone con il titolo "Datemi un Martello" nel 1964. Buon ascolto!



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     The Night Has a Thousand Eyes

domenica 25 settembre 2016

The Night Has a Thousand Eyes [Video Music Trash]

Premessa
Avevamo bisogno di un’altra rubrica? Ebbene sì, questa sì perché si tratta dell’altro lato della medaglia della rubrica sui migliori video musicali, dopo aver visionato centinaia e centinaia di video per essere inseriti poi nella rubrica sui migliori video mi sono accorto che mancava ancora un qualcosa; Ci sono migliaia e migliaia di video prodotti dal 1956, dallo Scopitone in poi, la stragrande maggioranza di loro appartiene al livello medio di video, tanto per intenderci un livello MTV, non che non siano apprezzabili ma non possono essere certamente considerati fra i video che resteranno nella storia della musica e dei video musicali, ma sono apprezzabili per la loro musica, per l’artista, ecc... Ma fra di essi si nascondono alcuni che sono sotto la media, nel vederli non ho potuto non lasciarli e ho deciso di selezionarli per questa rubrica.

La puntata "0" potrebbe essere quella che abbiamo già pubblicato sulla storia del Scopitone e Cinebox, perché nelle prime puntate della rubrica Best Video Music, abbiamo fatto un percorso storico del mezzo, e in questa puntata abbiamo analizzato il livello mediocre degli inizi, questi video erano su un livello che virava verso il basso piuttosto che verso l’alto, ed in questa rubrica faremo spazio agli esempi peggiori che non devono per forza essere considerati spazzatura/trash (Anche se in alcuni casi lo sono proprio), ma in un periodo come il nostro in cui il trash ormai è divenuto una sorta di istituzione non potevamo lasciar perdere questi video.

Qual è il Criterio di Scelta? 
Se per i migliori video musicali i criteri sono molto più semplici, per questa rubrica i criteri nella scelta sono fra i più diversi e svariati, il primo senz'altro è legato al periodo, si tratta di quei video che magari un tempo funzionavano visivamente ma che non hanno resistito al passaggio del tempo.
Secondo parametro è il livello di trash, abbiamo appena parlato della grande quantità di video musicali prodotti in 60 anni, bisogna sapere che tutto è legato al budget, perché per girare un gran bel video ci vuole (Anche se non è la regola) un gran budget, chi decide il budget per il video è il produttore ovvero il discografico che lancerà sul mercato il disco, essendo il video musicale principalmente un mezzo pubblicitario, è gestito come tale, la penuria del budget ha prodotto mostri che nel tempo continuano a spaventarci.
Terzo parametro è sempre legato al trash e dalla volontà di chi produce il video, se si ha il budget ridotto non si può fare molto ma a peggiorare le cose troviamo a questo punto il gusto del produttore, del regista e del periodo, perciò nella volontà di realizzare un buon video o viceversa, realizzarlo tanto per farlo, e il trash aspetta dietro all'angolo.
Ultimo caso viene dalla volontà di realizzare un video trash, il trash ha passato ogni epoca e se l’è cavata sempre abbastanza bene, per cui in alcuni video vi è la volontà di realizzare un prodotto Kitsch o più trash dedicato ad un certo tipo e livello di pubblico.
Dobbiamo aggiungere che non è di certo nostro tentativo di prendere in giro artisti, cantanti, registi o specialmente i video realizzati in un tal periodo, perché non sono propriamente legati la trash perché sarebbe come ridere del cinema muto, perciò cercheremo in questi casi di trattare tutto con la leggerezza tipica di questo blog, diversamente quando abbiamo a che fare con il trash voluto, allora le recensioni saranno ovviamente diverse.

1° PUNTATA


Dopo la doverosa premessa eccoci con il primo buon esempio, trattiamo il video del brano “The Night Has a Thousand Eyes” di Bobby Vee, che non è uno qualunque, l’artista americano in attività dal 1959 in poi ha totalizzato ben 34 singoli nella Billboard Hot 100, fra cui 10 nella Top 20, insomma all'epoca un artista di successo, Vee è anche ricordato per essere stato uno dei pionieri del mezzo audiovisivo dei video musicali, realizzati per la visione tramite lo Scopitone, e questo è video del 1962 è un ottimo esempio per iniziare.


Bobby arriva sfrecciante in sella alla sua moto su una spiaggia, e qui iniziamo, con tutte le spiagge possibili in Usa, la spiaggia è realizzata in studio, per il fatto che il video rappresenta una spiaggia di notte, piena di gente che sembra ballare al buio se non fosse per il buon Bobby illuminarla con il faro della motocicletta; Bobby raggiunge così una bella ragazza che sgambetta senza alcun motivo, non poteva certo mancare una chitarra e Bobby con sguardo allucinato la prende ed inizia a suonare, come in tutti i video non possono mancare le ragazze in bikini che ballano; Il video finisce con Bobby e ragazza che prendono e vanno nel buio dello studio in motocicletta, con tanto di scena finale finta, in cui da fermi con l’aiuto di un ventilatore che gli muove i capelli.



Ovviamente in questo semplice caso come tutti quelli legati allo Scopitone non si tratta di Trash (Anche se è il nome della rubrica), ma semplicemente di un video a scopo pubblicitario che all'epoca funzionava, difatti il brano è uno dei maggiori successi di Bobby in classifica, ma purtroppo per lui il video come molti altri non ha superato il tempo, divenendo memorabilia o per meglio dire Rockabilia, di quel periodo.
Buona visione.


SCHEDA TECNICA:
TITOLO: The Night Has a Thousand Eyes
ARTISTA: Bobby Vee
ANNO: 1962
GENERE MUSICALE: Rockabilly
GENERE: Scopitone
NOTE: Ufficiale, Colore, 2:35

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     Scopitone