Questo post fa parte della rubrica Best Videoclip, ovvero un viaggio attraverso i migliori videoclip musicali nella storia della musica.
32° PUNTATA
Come abbiamo ben capito un genere di video musicale va per la maggiore, quello del video pseudo-documentaristico, nel video appaiono insieme estratti di registrazioni fatte durante concerti, con annesse immagine dell’artista/band giù dal palco, come stile è tutt'ora molto utilizzato perché ha sempre avuto successo, forse perché strizza l’occhio al pubblico dei fans e provoca empatia in chi guarda, rendendo più umano un artista che sembrerebbe così irraggiungibile, non vi vogliamo mostrare tutti, ma alcuni meritano, questo è uno di quelli, perché è il video di una band con un frontman entrato di diritto nella leggenda, Jim Morrison, stiamo parlando dei The Doors.
Negli ultimi anni la band sembra essere vittima di una revisione musicale da parte della critica, stessa cosa accaduta ai Beatles, che tende ad ammettere che poi la band e Jim Morrison, non era poi questo granché, la spiegazione è riconducibile alla mancanza di proporre un nome rock che si contrapponesse alla sempre più forte British Invasion, il fenomeno musicale che impose nella classifica americana artisti/band di origine inglese, negli Usa oltre al country e folk il rock faceva fatica a trovare una risposta da proporre contro i Beatles ed altri, ci avevano provato i Beach Boys, ma durarono poco, perciò trovarono terreno musicale libero i The Doors.
La formazione dei Doors negli anni del successo era composta oltre al già citato Jim, voce ed autore dei più grandi successi della band, da Robby Krieger alla chitarra, Ray Manzarek alle tastiere e basso e John Densmore alla batteria.
Questo brano è uno dei più famosi della band, pubblicato nel giugno del 1968 e presente nell'album “Waiting for the Sun”, anche se il brano è stato registrato già nel 1965, rimasto solo in versione demo, viene ripescato dalla band per mancanza di materiale da inserire nell'album in registrazione, il brano è un successo, in Usa hanno finalmente un nome nostrano al primo posto della hit parade, ma non solo, con questo brano i Doors raggiungono con grande successo anche il pubblico della vecchia Europa.
La canzone ha portato con sé anche accuse di plagio, dovute ad un’assomiglianza con il brano “All Day and All of the Night” degli inglesi Kinks, Krieger chitarrista della band ha sempre escluso la possibilità del plagio, ma ha asserito che l’ispirazione per la musica gli è venuta ascoltando “Sunshine of Your Love” dei Cream, il testo rimane di Morrison.
La canzone verrà in seguito inserita nella canzone del film “Platoon” di Oliver Stone, ma Morrison non lo seppe o almeno così la maggior parte pensa, perché ormai si sa che Morrison è ancora vivo, gira con una bancarella di magliette dei Doors in Sudafrica (Paese famoso per essere pieno di fans della band), questo secondo un improbabile teoria, perché ufficialmente la sua avventura si ferma a Parigi il 3 luglio 1971, a soli 27 anni (Se muori a 27 entri in un club che neanche vi immaginata il nome, Club 27) ma in questi anni era divenuto per molti una divinità, considerato profeta della libertà e poeta maledetto, leader e frontman dal potere seduttivo, simbolo dell'inquietudine giovanile, soprannominato il Re Lucertola; Insomma che vi piaccia o no i Doors hanno fatto un pezzo di quello che è la storia del Rock, ma possiamo anche bestemmiare se vi diciamo che facevano le stesse cose che facevano i Beatles, solo in maniera più trasgressiva.
"Le sue braccia sono peccaminose e le sue gambe lunghe
quando si muove il mio cervello urla questa canzone"
SCHEDA TECNICA:
TITOLO: Hello, I Love You
BAND: The Doors
ANNO: 1968
GENERE MUSICALE: Rock
GENERE: Documentario
NOTE: Pseudo-Ufficiale, BN, 2:07
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