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sabato 3 novembre 2007

I Nuovi Mostri / 19

Torna da solista (ma non convince) Dave Gahan, il cantante del gruppo leader negli anni 80
Chi Si Risente, La Voce dei Depeche Mode


Ma perché lo fa? Non gli bastava averci tediato con l’inutile Paper Monster, il suo esordio del 91*? Tutto sommato era ancora comprensibile: sei la voce dei DM e hai caratterizzato suono e atteggiamenti dei cantanti anni 80, dando con la tua voce calda un’anima a un genere, l’Elettronica che non l’aveva mai avuta (Kraftwerk docet). Dovresti essere il più carismatico della band e invece un tastierista (Martin Gore) è molto, troppo più bravo di te a comporre e a scrivere le canzoni: screzi, lotte, incomprensioni, derpressione, eroina. Tanto che tra un disco e l’altro passano quattro anni.
Poi come nelle migliori storie la rinascita, la volontà di ritrovare la fiducia in se stesso, l’esordio solista di cui si parlava. Ma perché dover ripetere un’esperienza che avrebbe già dovuto saziare un ego alla ricerca di conferme? Perché costringerci a dire che questo disco non è che una triste e pallida copia delle cose già fatte coi DM? Temi come la preghiera agnostica sussurrata di Miracles sono già stati affrontati anni e anni fa con ben altra profondità dell’amato/odiato Gore in Blasphemous Rumours, l’amore che dovrebbe essere amore e invece si rileva soltanto squallido uso di un’altra persona in Master And Servant. Manca solo la consapevolezza sociale di People Are People e siamo al doppelganger, al sosia però un po’ strano e malato. Perché, siamo sinceri, che senso ha copiare temi e atmosfere musicali decenni dopo ora che non sono più minimamente originali? Questa, si dirà, è una recensione spietata: un po’ sì ma è proprio l’amore per i DM che porta a ciò. Una band che ha saputo muoversi con intelligenza tra Underground e Mainstream, senza mai rinunciare a trattare tematiche pop, salvo poi reinventare l’Industrial. E allora perché farci questo?

Dave Gahan – Hourglass

Di Luca Valtorta da "Il Venerdi" di "La Repubblica"

* In verità la data è 2003.


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