NOTIZIE
All'inizio del Trecento, epoca in cui la poesia era dominata dal "Dolce Stil Novo", che rappresentava l'amore con immagini di grande delicatezza e ricercata eleganza, l'irriverente Cecco Angiolieri (Siena, 1260 – Siena, 1312 circa) compose versi di forte provocazione e che tessevano l'elogio delle passioni terrene.
Il celebre sonetto "S'i' fosse foco, arderei 'l mondo" appartiene a una secolare tradizione letteraria goliardica improntata all'improperio e alla dissacrazione delle convenzioni. L'Angiolieri si colloca all'interno, e sulla vetta di una "scuola" poetica parodistica che è quella dei poeti giocosi; fra i quali si annoverano Rustico di Filippo, Meo de Tolomei, Folgore, Tedaldi, Faitinetti. Lo stile "giocoso" si risolve spesso in un gioco letterario anche raffinato e socialmente accettato proprio perché convenzionale.
CURIOSITA'
Il sonetto ha avuto anche una trasposizione musicale ad opera di Fabrizio De André nell'album Volume III del 1968
POESIA
« S'i' fosse foco arderei 'l mondo;
s'i' fosse vento, lo tempesterei;
s'i' fosse vento, lo tempesterei;
s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i' fosse Dio, manderei 'l en profondo;
[.......]
S'i' fosse papa, sarè allor giocondo,
Tutt'i cristiani imbrigherei
;S'i' fosse 'mperator sa' che farei?
A tutti mozzerei lo capo a tondo.
S'i' fosse morte andarei da mio padre;
S'i' fosse vita fuggirei da lui:
Similemente faria da mi' madre,
S'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
e vecchie e laide lasserei altrui. »
Gli Oh!Rizzonti... E QUESTO E' IL POST N° 300!!!
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