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giovedì 9 ottobre 2008

Bomba atomica usata in Iraq?

Un articolo tratto dal sito di Peacereporter. Abbastanza inquietante. Leggetelo.

''Di giornali italiani ce n'erano pochissimi, ma c'erano colleghi iraniani, russi, giapponesi, spagnoli. Fa riflettere''. Maurizio Torrealta di RaiNews24 ha presentato oggi, in anteprima, l'ultima inchiesta che apre uno scenario inquietante.
Gli Stati Uniti, durante la guerra del Golfo nel 1991, per la precisione l'ultimo giorno del conflitto, avrebbero sganciato nei pressi di Bassora, nell'Iraq meridionale, una testata atomica della potenza di cinque kilotoni.Per intenderci, quella sganciata su Nagasaki nel 1945 era di una potenza di ventidue chilotoni, quindi si tratta di una 'testata nucleare piccola'. Ma questo non rende meno grave quello che sarebbe accaduto. ''Un intervento su sito canadese di un veterano statunitense, trovato in internet, ha dato avvio all'inchiesta'', racconta Torrealta. ''Raccontava di un ordigno atomico sganciato nei pressi di Bassora, vicino al confine con l'Iran, durante l'operazione chiamata Desert Storm (l'attacco all'Iraq guidato dagli Usa nel 1991, dopo l'invasione del Kuwait da parte delle truppe di Saddam ndr).
Da quel momento ci siamo attivati e siamo riusciti a entrare in contatto con il veterano Usa. Abbiamo lavorato un anno per convincerlo a farsi intervistare in video e a raccontare la sua storia, cha ha confermato punto per punto. Allora abbiamo incrociato le sue dichiarazioni con le rilevazioni del Seismological International Center (struttura non governativa tedesca che monitora gli eventi sismici del mondo ndr). Potrebbe essere solo una coincidenza, ma nello stesso giorno i sismografi hanno registrato un'attività pari a quella che potrebbe scatenare una bomba del genere nella stessa zona della denuncia del veterano Usa''.Questo potrebbe risolvere ogni dubbio? ''La prova definitiva sarebbe data dalla registrazione delle onde dell'evento sismico, per capire se sono di superficie o di profondità'', risponde il giornalista di RaiNews24, ''perché in quel caso il dubbio si risolverebbe, in quanto se fossero di superficie è ovvio che non si sarebbe trattato di un terremoto''. Sembrerebbe un fatto semplice, ma non è così. ''Per fare questa verifica serve la collaborazione di diversi centri sismici, nove in tutto il mondo, che hanno registrato l'evento sismico. L'argomento è delicato, e scatena fantasmi particolari. Noi apriamo il nostro lavoro a tutti, invitando chiunque abbia informazioni in questo senso a collaborare con noi, per accertare la verità''.
Un altro elemento importante che supporterebbe questa tesi è che, come spiega il giornalista, ''il tasso di mortalità annua, a Bassora, è passato da 32 nel 1989 a più di 600 nel 2002''.
Pare un lavoro complesso, ma che con la buona volontà necessaria si potrebbe realizzare. ''Si, anche perché oggi abbiamo presentato solo un'anteprima di un'intervista molto più lunga. Il militare Usa racconta un sacco di cose che vanno verificate'', spiega Torrealta, ''ma che non devono essere ignorate. Lui, ad esempio, sostiene che tra il 1 e il 3 marzo 2002, in Afghanistan, è stato utilizzato un ordigno simile. Una dichiarazione che non può restare senza una verifica e che chiama tutti a indagini accurate, a lavorare insieme, con le competenze necessarie. Sarebbe gravissimo se, nel silenzio più assoluto, fosse stata utilizzata un'arma atomica. La radioattività lascia traccia''.
Un dubbio pesante come un macigno, ma perché da un punto di vista tattico o strategico gli Usa avrebbero sganciato una bomba atomica l'ultimo giorno del conflitto, ormai vinto? Perché lo avrebbero fatto contro quegli sciiti che, prima di essere abbandonati a loro stessi, si erano sollevati contro Saddam aiutando le truppe della Coalizione?
''Per noi la priorità era verificare se quello che il militare raccontava fosse vero'', risponde Torrealta, ''poi sul perché una scelta di questo tipo possa essere stata fatta non mi pronuncio. Abbiamo fatto solo delle ipotesi. Due giorni prima della fine del conflitto, un missile Scud aveva colpito una base Usa uccidendo ventotto militari statunitensi. L'amministrazione di Bush padre aveva da sempre dichiarato che avrebbero utilizzato l'atomica se fossero stati attaccati con armi chimiche o batteriologiche. Ma tutta la questione dell'uso dell'atomica, in quel conflitto, era ambigua. L'allora Segretario di Stato Usa James Baker III, sulla questione, aveva coniato la 'dottrina dell'ambiguità calcolata': non si negava e non si confermava l'eventuale uso di armi atomiche. Non sarebbe neanche l'unica rappresaglia per l'attacco alla base Usa, visto che il giorno dopo venne attaccato un convoglio in fuga dal Kuwait. E fu una strage''.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao!
Passavo di qui...

Anonimo ha detto...

Caspita!!! ma è scockante come notizia!!!

BC. Bruno Carioli ha detto...

Buon fine settimana.