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giovedì 27 ottobre 2016
sabato 22 ottobre 2016
Money [Speciale The Dark Side of the Moon]
Argomenti:
Best Video Music
Questo post fa parte della rubrica Best Video Music, ovvero un viaggio attraverso i migliori videoclip musicali nella storia della musica.
42° PUNTATA
Ci sarebbe poco da aggiungere, il brano di questa puntata è tratto da uno dei capolavori della musica e del rock: The Dark Side of the Moon e Money è il primo singolo estratto, è stato già detto tutto, ma fa sempre piacere parlarne, anche in questo caso ve lo racconto con estrema umiltà, non essendo un grande esperto musicale e mi trovo anche questa volta a parlarvi di un monumento della musica, ma come al solito prima di introdurvi al video vi parlerò della storia del brano.
La Genesi del Disco
Come filo conduttore utilizziamo la precedente puntata in cui vi ho parlato di “One of These Days”, come già scritto questo è un brano che ci introduce all'evoluzione dei Pink Floyd del 1973, difatti dallo stampo psichedelico dei Pink Barettiani si è passati al periodo di Roger Waters, che porta parecchie modifiche allo stile della band, nel frattempo la band realizza pietre miliari del rock (“Ummagumma”, “Atom Heart Mother”) album che fanno dei Pink Floyd una band rinomata fra i nomi relativi al Progressive Rock, all’Art Rock o Opera Rock, da questi album Waters imprime un nuovo cambiamento, seppur lento ma decisivo per la band, da grandi suite musicali, brani che hanno una durata anche di 20 minuti, in cui la musica ha una predominanza totale sul cantato, si passa a brani più brevi, di durata “normale”, in cui i testi prendono più importanza, e di cui l’autore di spicco della band diventa così Waters che ha differenza degli altri tre componenti di grandissima bravura musicale, hanno difficoltà nella scrittura dei pezzi.
Questo cambiamento ha un nome “The Dark Side of the Moon”, Waters presenta ai membri della band l’idea di realizzare un album basato su un unico tema, genere chiamato “Concept Album”, Waters presenta già tutti i testi con i vari demo realizzati nello studio di fortuna realizzato nel capanno del giardino nella sua casa di Islington (Sobborgo londinese), su questi demo la band lavora assieme lavorando sulle musiche, caso eccezionale nella storia della musica moderna, l’album viene eseguito dal vivo ben un anno prima della sua uscita, con il nome provvisorio di di “Dark Side of the Moon: A Piece for Assorted Lunatics” e durante il tour “Dark Side of the Moon Tour”, tutti i brani vengono sapientemente rielaborati dando poi la loro definitiva versione in studio, difatti alcuni esempi li possiamo ascoltare anche nel documentario “Pink Floyd: Live at Pompeii”.
Il cambiamento non riguarda solo nell'idea di Concept Album che diverrà successivamente un must per tutti gli album della band, ma Waters in qualche modo porta avanti l’evoluzione sognata di Barrett, che prima di essere escluso dalla band ha cercato in vari modi di rimanere escogitando un cambiamento musicale con l’utilizzo di coriste e di altri suoni, fra cui anche l’inserimento nella band di un saxofonista, per Barrett non funzionò, ma Waters per l’occasione inserisce questi elementi nell'album sempre continuando di pari passo la sperimentazione di nuovi confini musicali; Per quanto riguarda la tematica, anche in questo caso Barrett sembra essere presente, difatti il titolo del disco è un’allusione alla follia, ma il disco parla anche dell’alienazione (Tema caro a Waters), dell’individuo nei confronti della società odierna, oltre che ad altre considerazioni, insomma Barrett sembra non aver mai lasciato definitivamente la band.


venerdì 21 ottobre 2016
Foto della Settimana / 238 e LA STORIA cap. 8 - EDIZIONE SPECIALE
Argomenti:
foto della settimana,
la storia
Oggi, mischiamo due rubriche..La Storia, che ritorna dopo una pausa creativa e la foto della settimana, che ha perfetta inerenza con questo capitolo.
Foto realizzata da Steve Best, e se volete vedere le sue foto andate a trovarlo sul suo sito.
La storia / cap. 8
Un incontro così fortuito, così..incasinato. Nel turbinio di pensieri, emozioni e sensazioni che stavano invadendo Jhon, gli ritornò in mente quando a scuola flirtava con Simona.
Gli piaceva Simona. Non era bellissima..molto carina per carità, ma gli piaceva.
Era iniziato con scambiarsi qualche parola, così, ed infine era nata una non-relazione che durava il periodo dell' Intervallo. Non si erano nemmeno mai scambiati il numero di cellulare.
Anche a Simona piaceva Jhon.
Quando suonava la campanella dell'intervallo, Simona quasi correva da Jhon e lo abbracciava, facendo cadere i suoi lunghi capelli sulle sue spalle.
Non si erano nemmeno mai baciati. ma si piacevano. Si volevano bene.
Quando poi, la gita si fece con le loro due classi, ebbero l'occasione di stare tutto il giorno insieme, mano nelle mano, abbracciati in fondo al pullman.
Poi un giorno Jhon prese coraggio,
salì sul bordo
e chiese il numero a Simona.
Glielo diede ben volentieri.
Cominciarono a messaggiare.
Poi un giorno, decise di buttarsi da quel bordo dal quale si era sporso
le chiese di uscire
Le mandò un messaggio con scritto:
"uno di questi pomeriggi, ti andrebbe di uscire con me?"
La risposta che gli diede fu:
"a qualcuno non farebbe piacere"
Jhon si sentì cadere, ma non perchè aveva fatto il passo da quel bordo, ma perchè il suo cuore era stato risucchiato da un buco nero di tristezza e delusione.
Aveva il ragazzo. Che strana giostra la vita.
Ora era di nuovo sul bordo. Cosa sarebbe successo con Ginette?
sabato 15 ottobre 2016
Si J’Avais un Marteau
Argomenti:
Video Music Trash
Questo post fa parte della rubrica Video Music Trash, ovvero un viaggio attraverso i peggiori video musicali nella storia della musica.
2° PUNTATA
Oggi trattiamo un argomento triste, cosa può accomunare il lavoro minorile e delle persone di colore, in questo caso qualcuno dovrebbe darci una spiegazione o forse è troppo tardi, stiamo parlando dei Les Surfs, ai più non dicono nulla, ma in Italia sono stati più celebri dello sconosciuto Bobby Vee (Protagonista della primissima puntata), sono stati la risposta “europea” ai Jackson 5 ed hanno avuto un periodo di successo nel corso degli anni 60.
I Les Surfs era una band vocale composta da bambini, tutti 6 fratelli della famiglia Rabaraona di origini malgascie, ovvero il Madagascar, ex colonia che nel 1960 ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia; I 6 sono Coco, Pat, Rocky, Dave, Monique e Nicole, le due ragazze sono le voci soliste, la band inizia a partecipare in Francia a vari concorsi, presentando brani dei “The Platters” a cui musicalmente sono più affini, il successo arriva nel 1963 quando arriva il primo contratto importante, questi ragazzini ottengono un grande successo soprattutto per via della lingua in Francia, ma sono conosciuti anche da noi in Italia, dove nel corso degli anni 60, partecipando a 3 edizioni consecutive del Festival di Sanremo, nel 1965, 66 e 67 dove con “Quando Dico che Ti Amo” in coppia con Annarita Spinaci si classificano al 2° posto. Nel corso del decennio si fanno conoscere in tutto il mondo, interpretato numerose cover in diverse lingue, sono conosciuti in Germania, Francia e America.
Nel 1971 quando la popolarità scende e la moda del Ye-Ye termina la band si scioglie, ed i vari membri si perdono per il mondo, alcuni di loro emigreranno in America, soprattutto Canada dove prenderanno strade diverse, tutt’ora le due soliste e principali cantanti del gruppo, Monique e Nicole sono morte lasciando gli altri 4 membri, di cui uno solo a “resuscitato” il gruppo con il nome di “Les Surfs 2008” ma solo per una tour in Francia nel 2008.
Se il titolo della rubrica può farvi trarre in inganno, parliamo di una bella canzone, perché in questa rubrica non trattiamo come fattore principale una brutta canzone, anzi tutt’altro, e questo è uno di questi casi in cui il video non va al pari passo con una canzone, difatti “Si J’Avais un Marteau” è una cover della più famosa “If I Had a Hammer” che ha una storia molto curiosa.
E’ un brano del cantautore folk americano Peter Seeger che la compone nel 1949, ma la depositerà con copyright solo nel 1958, nonostante sia così “vecchia” trova nuova linfa con molte cover nel corso dei decenni successivi, data la versatilità può essere suonata a ritmo del Surf Rock (In voga negli anni 60, stile Beach Boys) o come Country Rock, ed è anche per questo motivo che diviene una delle prime canzoni di protesta e di contestazione della discriminazione razziale negli anni 60 in Usa, raggiungendo l’apice con l’esecuzione durante la marcia pacifica a Washington D.C. nel 1963 la stessa in cui Martin Luther King pronunciò il suo discorso più famoso: “I Have a Dream”.
Di questo brano che è divenuto uno dei singoli più venduti al mondo, non si contano le cover e le versioni, in ogni salsa e genere musicale, in Italia è stata proposta con grande successo da Rita Pavone con il titolo di… Provate ad indovinare?... Ma sì che la conoscete… “Datemi un Martello”, da aggiungere che nelle varie nazioni e traduzioni il brano, in cui il protagonista si chiede cosa farebbe se avesse un martello fra le mani, si viene a perdere gran parte della forza del brano divenendo semplicemente un buon brano pop.
Ed ora parliamo del video, preciso subito col dire che il video non è brutto, non è trash, magari a prima vista può non avere niente da dire, un semplice video anni 60, ma perché farlo entrare in una rubrica per video trash? Perché questo video subisce quello che semplicemente è anacronistico (Il termine viene usato anche per indicare fatti o realtà che, pur collocati in un certo contesto cronologico, appaiono superati poiché ormai considerati retaggio, appunto anacronistico, di un'epoca passata), il video non regge al passare del tempo, non per la qualità video (Che è quella che uccide molti video se non anche film), ma per la qualità descrittiva del video, che mostra in maniera molto ingenua dei ragazzi di colore costruire una casa, sì in maniera semplice ed ingenua, ma è proprio questo che rende il video alquanto strano, quasi fosse un vecchio documentario RAI sulla condizione del lavoro minorile, che all'epoca da noi è sempre stato molto diffuso.
Ed ora come ora rende tutto molto triste vedere questi ragazzi sorridenti in mezzo ad un cantiere, che normalmente al giorno d’oggi ospita magari immigrati ma soprattutto i nostri amati Magùtt! (Muratore bergamasco, molto conosciuto nel nord d’Italia), ma i ragazzi non ne hanno colpa e magari neanche il regista (Se c’è), ma dico io, già si distrugge una canzone di protesta, inoltre si fa un video che sembra un documentario sul lavoro minorile, non si poteva trovare altro contesto?
"Questo è il coraggio del martello
È la campana della libertà
Ma la canzone è per mio padre
Mia madre, i miei fratelli e sorelle"
SCHEDA TECNICA:
TITOLO: Si J’Avais un Marteau
ARTISTA: Les Surfs
ANNO: 1963
GENERE MUSICALE: Pop, Ye-Ye
GENERE: Scopitone
MOTIVAZIONE: Anacronistico
NOTE: Ufficiale, Colore, 2:56
BONUS:
Non potevamo non farvi ascoltare, quella che secondo noi è il capolavoro, la versione italiana, cantata da Rita Pavone con il titolo "Datemi un Martello" nel 1964. Buon ascolto!
⇐ Puntata precedente:
The Night Has a Thousand Eyes
martedì 11 ottobre 2016
Foto della Settimana / 237 - REVIVAL VERSION OF OH!RIZZONTI!
Argomenti:
foto della settimana,
OhRizzonti
Quando gli Oh!Rizzonti! si prestavano ai primi esperimenti fotografici-painteschi
Questa foto risale al 19antani...
Un po' di revival, insomma
e sopratutto...
PEACE AND LOVE FOR A BETTER WORLD
sabato 8 ottobre 2016
One of These Days
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Best Video Music
Questo post fa parte della rubrica Best Video Music, ovvero un viaggio attraverso i migliori videoclip musicali nella storia della musica.
41° PUNTATA
Per i Pink Floyd le cose nel corso degli anni sono cambiate, Syd Barrett, il diamante folle della musica psichedelica, fra i suoi pionieri, se né andato, o meglio è stato allontanato, le sue condizioni di salute non gli avrebbero permesso di continuare in un gruppo che voleva andare avanti, Syd avrebbe continuato dal 1968 una carriera solista, con la pubblicazione di due ottimi album, poi il ritiro dalla musica e dal mondo, a causa della schizofrenia e del disturbo bipolare di cui iniziò a soffrire, ma la causa principale per molti rimane la possibilità che Syd fosse affetto dalla sindrome di Asperger e l’utilizzo di droghe, fra cui la pionieristica (Per l’epoca) LSD ha fatto il resto; La sua eredità viene raccolta dal bassista della band, Roger Waters che col tempo avrebbe portato avanti alla sua maniera, con grande successo, la visione di Syd, a sostituirlo alla chitarra fu un certo David Gilmour, già nel 1967 quando fu avvicinato da Nick Mason (Batteria), entrato nella line-up per sopperire ai sempre più frequenti errori di Syd durante i suoi ultimi live con la band, il resto è storia, la scelta di Gilmour fu azzeccata e per la band si aprì un nuovo orizzonte, fu invece Waters a sostituire Syd dalla parte creativa della band, partendo dai testi divenendo l’unico compositore della band, traghetto così la band dal periodo psichedelico, che ebbe vita breve, ad uno più sperimentale e progressivo, così la band partorì album che fanno parte delle fondamenta del rock, da ricordare il doppio disco “Ummagumma”, “Atom Heart Mother” e la colonna sonora di “Zabriesky Point” film di Michelangelo Antonioni, questo mantenne viva nel panorama musicale il progetto Pink Floyd, ma quello che mancò alla band (Anche se può sembrare strano), è il successo commerciale, difatti la band rimase rispetto a band come Rolling Stones, The Who, Led Zeppelin, una band di nicchia, nonostante essersi tolta la fama di band psichedelica, fu solo nel 1973 quando partorirono il capolavoro “The Dark Side of the Moon” che pubblico e critica li scoprirono per quello che tutt'ora sono.
A complicare le cose, sono i loro brani, i testi sono di una poesia molto diversa nel panorama musicale rock, mantengono una sorta di filo conduttore con la psichedelia del periodo precedente, i brani sono grandi composizioni che guardano al classicismo, e hanno una durata che le impedisce la trasmissione nella maggioranza delle radio, a cambiare questa tendenza è il brano che vi presentiamo oggi: “One of These Days”, tratto dall'album “Meddle” (1971), l’album è un ponte fra il classicismo Pinkflodiano degli album precedenti a pezzi più corti e meno musicati che porteranno al concept album “The Dark Side of the Moon” del 1973.
Il brano viene pubblicato come singolo il 29 novembre del 1971, con una lunghezza di “soli” 5 minuti, è l’unico pezzo solo musicale dell’album, ma permette ai Pink Floyd di ottenere dei buoni passaggi radiofoni e un significante riscontro commerciale rispetto ai precedenti singoli, il brano è così scandito da una linea di basso martellante ottenuto da Roger Waters collegando il suo basso ad alcuni effetti fra cui il "Delay" della chitarra di David Gilmour, dando al brano un impronta aggressiva e groove, è difatti il periodo in cui i Pink Floyd sono immersi nelle sperimentazioni elettroniche che al momento la tecnologia inizia ad offrire, difatti è il periodo in cui si inizia a sperimentare quello che poi sarà a breve il genere elettronico; Verso la metà della traccia si ode l'unica frase presente del brano:
“One of these days I'm going to cut you into little pieces”
(Uno di questi giorni ti ridurrò a piccoli pezzi)
Pronunciata da Nick Mason con la voce in falsetto, distorta e mandata a mezza velocità, il successo di questo brano è nato anche dal tentativo d’interpretazione sia del brano sia della frase così oscura, (Gioco che la band nei testi userà molto), ma la frase non è nient’altro che un insulto rivolto al disc jockey Sir Jimmy Young, della Radio 2 della BBC, mal sopportato da Waters (Waters abbastanza famoso per avere un carattere dispotico e che causerà il primo scioglimento della band negli anni 80), questo forse dovuto ad una critica ingiusta secondo Waters, o semplicemente al fatto che la BBC e il disc jockey avessero ignorato i precedenti singoli della band.


Dopo questa frase si viene travolti da un’esplosione musicale ed al basso si aggiungono la steel guitar, organo e batteria, all'unisono dando alla frase una conclusione molto aggressiva e facendo un pezzo dalla grande energia musicale; Da ricordare che all'interno del pezzo è inserito un estratto dalla sigla della serie inglese "Doctor Who", per gli appassionati molto ben riconoscibile, inoltre il brano è molto celebre per essere stata usata molto negli anni passati, come sigla per programmi RAI, “Dribbling” e “TG2 Ring”.
Il brano è uno dei più amati dai vari membri della band, fra cui Gilmour che lo ha definito come il pezzo più collaborativo mai prodotto da loro, mentre Waters lo spiegò come “Un’ottima valutazione toccante della situazione sociale contemporanea".
Negli anni i Pink Floyd hanno dimostrato di tracciare un solco fra loro e le altre band rock del loro periodo, ovvero nell'essere una delle band che negli anni hanno utilizzato di gran lunga la spettacolarità verso il minimalismo degli anni 70, sia dalle copertine che fanno parte della storia, sia dai live spettacolari, difatti furono fra i primi ad inserire gli effetti speciali per i loro concerti, fra cui i raggi laser, con più difficoltà fu l’arte dei video musicali, che essendo affrancata maggiormente per i singoli vide i Pink Floyd ignorare il mezzo, recuperando poi con il tempo, creando video per ogni singolo pezzo anche se non singolo per poi fra i primi, trasmetterli durante l’esecuzione dei pezzi stessi nei concerti.
Questo difatti non è il video ufficiale, ma bensì un video amatoriale creato dal regista e disegnatore Ian Emes, e non ha nemmeno lo stesso titolo, dato che il video sembra voler raccontare con la musica tutt'altro, il video è conosciuto con il nome di “French Windows”, realizzato l'anno seguente dell'uscita del brano e realizzato come video d'animazione, nonostante non sia ufficiale è azzeccato e mantiene tutt'oggi uno spirito Pinkflodiano, essendo che il video contrasta totalmente con lo stile musicale, vediamo 4 ballerini molto colorati, ballare mentre dietro loro il paesaggio è in continuo ed imperterrito cambiamento fino a che tutto il video diviene un trip di immagini animate quasi somigliante al trip di “2001: Odissea nello Spazio” e tutto come da tradizione si fa psichedelico e l’arte, musica e video divengono un tutt'uno senza bisogno di spiegazioni ma solo di ascolto; Grazie a questo video il regista si è fatto così conoscere fra gli addetti al lavoro, sarà chiamato successivamente a lavorare con gli stessi Pink Floyd, ed avrà una discreta carriera lavorando con grandi nomi del panorama musicale, mentre il video è tutt'oggi usato come video ufficiale della canzone, come dimostra il titolo del video pubblicato su Youtube.
SCHEDA TECNICA:
TITOLO: One of These Days
ARTISTA: Pink Floyd
ANNO: 1972
GENERE MUSICALE: Rock, Rock Progressivo
REGIA: Ian Emes
GENERE: Animato
NOTE: Non Ufficiale, Colore, 3:57
⇐ Puntata precedente:
Ernie (The Fastest Milkman in the West)
giovedì 6 ottobre 2016
Il Peggio di Facebook IV - Il Ritorno del Salvini
Argomenti:
Rassegnati al Peggio
Bentornati con la nostra rubrica sul peggio di Facebook, siamo arrivati alla quarta puntata, sempre più innamorati di FB che ogni giorno ci regala delle sue perle che noi vogliamo condividere con voi, perciò ecco a voi il meglio del meglio che potete trovare in quel bellissimo posto, buon divertimento!





Salvini Ispettore Callaghan Version

Bacio - Pompino - Sega

Cos'è il genio...
"Credo che tu abbia proprio ragione!"
"A quanto?"
Dall'inesauribile miniera di "Commenti Memorabili", una garanzia

MASSIMA DIFFUSIONE!!!

E I MARO'1!1!1!1

martedì 4 ottobre 2016
EZIO GREGGIO NEL REMAKE DI RITORNO AL FUTURO!!!
Argomenti:
OhRizzonti

EZIO GREGGIO SUL SET DI "BACK IN TO THE FUTURE (HOLLIWOOD - LUGLIO 16)
Essendo anche Fanz Club Unofficial di Ezio, vi vogliamo aggiornare sulle ultime del nostro beniamino Ezio, che sul suo seguitissimo profilo Twitter: @EzioGreggio ha postato un foto che lo ritrae sul set originale del film "Back to the Future" (Ritorno al Futuro), di cui l'anno scorso è ricorso 30° anniversario e di cui vi abbiamo parlato già diverse volte.
Vi pare un semplice turista?
Ma no! Grazie ad una soffiata che ci è arrivata e noi la mostriamo in esclusiva solo per voi!
Ezio era sulle riprese del suo nuovo film! Dopo il successone di "Box Office", il nuovo attesissimo film è il remake di Ritorno al Futuro in versione italiana, ecco per voi in esclusiva la locandina e la trama!

SINOSSI:
Cologno Monzese, 25 ottobre 2016. Ezio McVolo (Ezio McFly nella versione inglese / Ezio Greggio) è un sessantenne esodato, fidanzato con la badante svizzera Jennifer Parco (Michelle Hunziker), Ezio sogna di diventare un comico, e infatti fa il cabarettista benché senza molta fortuna; Inoltre Ezio non si dà pace per la piatta esistenza dei suoi genitori. Infatti suo padre Giorgio (Raoul Bova) pensionato, è da sempre al centro anziani succube del bullo meridionale, Biffo Tanneno (Riccardo Scamarcio), sua madre Lorena (Martina Stella) è una donna imbruttita e inacidita dalla non certo esaltante vita da pensionata con Giorgio, i suoi due fratelli maggiori esercitano lavori poco appaganti e ancora vivono coi genitori, nonostante l'età da pensione. Il migliore amico di Ezio è un bislacco inventore brianzolo di nome Enzett Bruno detto "Doc" (Enzo Iacchetti). Un giorno, proprio quest'ultimo chiama Ezio chiedendogli di raggiungerlo quella stessa notte nel parcheggio del Carrefour sul Viale Zara per filmare un misterioso esperimento.
Una volta giunto sul posto, Ezio scopre che lo scienziato brianzolo ha costruito una macchina del tempo modificando una Fiat Panda, per risparmiare essendo brianzolo (Che riesce ad arrivare a 70 Km/h in discesa!). L'esperimento da filmare consiste nell'inviare nel futuro di 60 secondi (Nel tempo di un minuto) il pupazzo di quest'ultimo, il Gabibbo. L'esperimento riesce, ma subito dopo sopraggiunge un commando terroristico dell'ISIS a cui Doc aveva sottratto del plutonio, Eugenio il Genio, Mingo e uno stacchetto delle veline, causando la rabbia di questi, il tutto necessario per far funzionare il "flusso catalitico", dispositivo indispensabile per il viaggio nel tempo. Doc viene atterrato a fucilate e Ezio, fuggendo con la vettura, aziona involontariamente l'apparecchio, ritrovandosi catapultato indietro nel tempo, al 5 novembre 1956, data che Doc aveva digitato sul display per spiegarne a Ezio il funzionamento e in corrispondenza della quale aveva avuto per la prima volta una visione del flusso catalitico.
Ezio visita così la Cologno Monzese degli anni cinquanta, tranquilla cittadina in provincia di Milano, alla ricerca del giovane Doc per farsi aiutare a tornare indietro nella sua epoca, ma si imbatte nel proprio futuro padre, puntualmente vessato dal giovane Tanneno, e nel seguirlo finisce con l'intromettersi nel suo passato. Ezio infatti incappa nella sua futura madre Lorena, civettuola e svampita, la quale si invaghisce di lui come altrimenti si era invaghita di Giorgio, da lei soccorso a casa sua dopo essere stato investito dal padre di Lorena. Ezio raggiunge finalmente il giovane Doc, il quale, superata ogni incredulità (Esempio: Che Berlusconi è diventato presidente del consiglio), tenta di aiutarlo. Il Doc del futuro avrebbe digitato proprio quella data del 1955 perché quello era stato il giorno in cui aveva trovato l'ispirazione che lo avrebbe poi condotto alla sua invenzione di sessant'anni dopo....
Ovviamente continuerà con un sacco di divertimento, azione, thriller, suspence, fanta, scienza e tanto, ma che dico tanto, tantissimo di tutto e di niente, per tutta la famiglia, questo è l'unico film approvato, dopo aver letto e vagliato la sceneggiatura, da Robert Zemeckis (O come cazzo si scrive) e Steven Spielberg (Che se si tratta di remake, sequel e altro, lui approva sempre tutto), scritto dai fratelli Vanzina e diretto da Carlo Vanzina, prodotto da Medusa.
L'uscita è per questo Natale, perciò fanz di Ezio Greggio non manchiate!
Restate connessi... A presto con altre novita!
lunedì 3 ottobre 2016
sabato 1 ottobre 2016
Ernie (The Fastest Milkman in the West)
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Best Video Music
Questo post fa parte della rubrica Best Video Music, ovvero un viaggio attraverso i migliori videoclip musicali nella storia della musica.
40° PUNTATA
Oggi facciamo un breve passo indietro, di un anno, parlandovi del protagonista della canzone e del video della puntata, molti lo conoscono, alcuni magari più di fama, i più giovani difficilmente sanno chi sia, vi sto parlando di Benny Hill, vero nome Alfred Hawthorn Hill, conosciuto da tutti per il Benny Hill Show.
Benny Hill nasce a Southampton il 21 gennaio 1924, entra giovanissimo nel mondo dello spettacolo, prima nel teatro per poi approdare alla televisione, cambiò quindi il nome in Benny in onore dell’attore comico Jack Benny, negli anni 60 si cimenta nel cinema, da ricordare il suo ruolo nel film “The Italian Job” (Non il remake, ma l’originale!), capolavoro del 1969 con protagonista Michael Caine, considerato uno dei 100 film migliori del cinema inglese (Anche se girato a Torino), nel 1968 lascia la BBC per approdare alla Thames Television, qui sarà il protagonista indiscusso dell’omonimo show, per 19 stagioni, 111 puntate da 25 m. ciascuno, fino al 1989 anno della cancellazione.
Da noi in Italia diviene celebre e conosciuto nel anni 80, gli sketch del suo show sono riproposti fra i vari sketch del programma re degli anni 80, il Drive In di Antonio Ricci, un intera generazione è cresciuta con la sua comicità, ma non solo in Italia, lo show di grande successo in patria ed i suoi sketch sono stati visti in ben 140 paesi nel mondo; Hill ebbe la geniale idea di portare in tv una comicità che era caduta in disuso, Hill fu infatti un grande estimatore della comicità slapstick dei film comici del periodo muto, soprattutto quelli riguardanti le produzioni degli anni 10 del secolo scorso ad opera della Keystone Film (Celebre per aver realizzato i primi film di Charlie Chaplin) che produsse in quegli anni la celebre serie di film riguardanti il gruppo di poliziotti, chiamati Keystone Cops, che riguardava appunto poliziotti, incapaci e molto imbranati, celebri della serie sono i loro inseguimenti, dello show di Hill sono di fatto molto ricordati sono le scene in cui alla fine della scenetta scappava inseguito da donne in vestiti succinti o lingerie, in altre lui stesso inseguiva il mal capitato vecchietto di turno, oltre a questo tutte le scene erano accompagnate da musiche o suoni particolari, le scene parlate erano minime e le gag erano copie della commedia del cinema muto.
Lo show finisce nel 1989, causa alti costi di produzione ma principalmente a causa della mancanza di materiale nuovo, dato che Hill usava ormai da 20 anni le stesse formule, la sua comicità stava andando verso un declino, nuovi comici si sarebbero fatti strada, gli anni 90 ci regalarono per certi versi diverso stile comico di Mr. Bean che però si rifece molto allo stile muto di Hill, il comico che morì nel 1992, la sua eredità si perse ed è finita nel dimenticatoio a causa di grandi controversie, la principale è che oggi le sue gag e sketch sono considerate sessiste, a causa del grande utilizzo di ragazze prosperose quasi sempre mezze nude e di molte gag a sfondo sessuale, dimenticandoci che il periodo di Hill dopo gli anni 60 per tutto il mondo occidentale sono stati anni di una rivoluzione sessuale che ha caratterizzato gli anni a venire, e per il sesso maschile sono stati anni della scoperta della sua sfera sessuale (Anche per il sesso femminile), per cui l’uomo ha utilizzato il sesso in gran parte della sfera artistica di quegli anni, che sia teatro, letteratura, cinema e musica, e lo show di Benny Hill è stato anch’esso un prodotto del suo tempo, perciò sfatando questa credenza i suoi sketch rimangono divertenti e geniali, perciò se potete guardateli, ce ne sono alcuni anche su YouTube; Da non dimenticare l'aver lanciato la canzone "Mah Nà Mah Nà", divenuta poi celebre, dell'autore jazz italiano Piero Umiliani.

Il brano è ispirato alla prima esperienza lavorativa di Hill, proprio come lattaio, e nel brano sono raccontate le peripezie del lattaio di nome Ernie, che porta il latte guidando un carretto con un cavallo, Ernie si innamora di una vedova di nome Sue, ma deve fare i conti con Ted, che consegna invece il pane, per contendersi la donna finiranno a fare un duello, chi sarà il vincente?
Per il brano viene realizzato un video, diverso dai suoi celebri sketch, il video è fedele al testo del brano, ma non rinuncia alla sua comicità, da apprezzare per la diversità e lo stile, percussore anch'esso dello stile musicale comico che verrà, per ciò buon divertimento!
SCHEDA TECNICA:
TITOLO: Ernie (The Fastest Milkman in the West)
ARTISTA: Benny Hill
ANNO: 1971
GENERE MUSICALE: Pop, Comedy
GENERE: Comico
NOTE: Ufficiale, Colore, 3:53
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